la città è cultura... la cultura in città

Dal 01 al 23 settembre 2018 nelle prestigiose Sale Espositive di Palazzo Santa Croce si terrà la Mostra Fotografica “La Città è cultura...la cultura in città”, atteso appuntamento annuale di Progetto HAR.

 

La Mostra aprirà sabato 01 settembre, ma l’Inaugurazione ufficiale si terrà domenica 02 settembre alle ore 11.00.

 

Successivamente sarà visitabile il martedì e il venerdì dalle 16.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00.

 

Progetto HAR quest’anno ha scelto un tema particolarmente difficile, banco di prova impegnativo per i fotografi. La Mostra è la prima parte di un Progetto Fotografico più ampio che si svilupperà nel 2019 e si concluderà nel 2020.

 

ESPONGONO:

 

Roberta BARALE   -  TECNICHE DI CULTURA

Ober BONDI  -   IL COVO D’ARTISTA

Iuri CALIFANO   -   INCONSUETE VISIONI dal BASSO

Francesco CRASTORE   -   SHAPES   

Emanuele DELLE FAVE   -   VENDESI VILLA

Alice FALETTO   -   CULTURA ABBANDONATA

Luca FREGUGLIA   -   LA MONTAGNA

Lorenzo GARRO   -   L’ AGRICOLTURA

Alessia LOVATO   -   ULTIMI SGUARDI

Suada PETRITAJ   -   AGNOSIE

Gianmarco TOMATIS   -   LE CITTA’ INVISIBILI

Marco VILLA   -   LUOGHI DELLA CULTURA 

 


“La Cultura è, senza dubbio, ciò che di meglio realizzano le città.

Il vivere in Città non ha soltanto a che fare con il risiedere in uno spazio pubblico, dotato di maggiore o minore densità di popolazione, ma è anche un accedere a un determinato stile di

vita, contraddistinto da specifici ritmi, simboli, luoghi, pratiche sociali e culturali insite e distintive di ogni raggruppamento cittadino.

La città è un luogo in cui mode, innovazioni, idee circolano con particolare rapidità, al punto che la Cultura è oggi  diffusamente considerata un motore dello sviluppo  urbano: il settore culturale e la creatività sono valutati ambiti strategici indiscutibilmente centrali per la crescita della città.

Associazioni e singoli artisti, fotografi, musicisti, scrittori,  pittori, alla stregua di piccole “industrie culturali” condividono in vari modi il proprio lavoro creativo con il tessuto sociale in cui sono immersi. È come un linguaggio pubblico in cui i diversi gruppi si riconoscono e producono simboli che mettono, di fatto, a disposizione di chiunque.

Noi Fotografi, esperti o meno, siamo tra questi produttori e raccontiamo, a volte coscientemente, a volte  involontariamente e a specchio, la Cultura di cui siamo testimonianza.

Linguaggi integrati nelle vie, nelle Grandi Piazze, nei quartieri, nei Covi degli Artisti, ma anche nelle campagne, in montagna, nei luoghi dimenticati. Segnali che è in corso un cambiamento, che «qualcosa» si sta muovendo nella Città, si possono percepire nel momento in cui una galleria d’arte, locali pubblici e privati utilizzino forme d’arte o iniziative, che hanno, sì, uno scopo promozionale, ma anche un palese intento di provocare nel luogo e nelle persone una domanda e/o possibili risposte con loro presenza.

Anche le transumanze notturne verso alcune vie e alcuni  quartieri per il «rito dell’aperitivo», l’offerta di feste di strada, di mercati all’aperto itineranti, di tutto quell’insieme di effervescenze urbane che fanno sembrare una città vivace, dinamica e attrattiva sono parte della cultura urbana; su vari livelli sono un testo attraverso il quale leggere e vivere le trasformazioni contemporanee.

La città è fatta anche di insegne, arredamenti, mezzi di  comunicazione e forme espressive, di viabilità e infrastrutture digitali, strumenti che, come l’ordìto nella tela, permettono la

tessitura e la lettura della trama quotidiana e vitale del luogo.

Soprattutto la città è fatta dalle persone, che pensano la  ropria vita e le danno una forma corrispondente, all’interno di un quadro urbano piacevole, pieno di servizi e di elementi attrattivi, in una condivisione di gusti con i propri amici.

Tradurre tutto questo in un linguaggio fotografico, in questo caso, che descriva quanto sopra citato, di vita, di società e di bellezza, è il progetto che quest’anno abbiamo scelto come filone di ricerca nell’ambito del lavoro annuale.”

Ober Bondi

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